In onore della fantasia rodariana che appare trionfalmente negli Stati Uniti, il lemma di oggi sarà Fantasy, in inglese.
Nella primavera del 2018 ho fatto il più grande decluttering di libri della mia vita. Ero al mio quarto trasloco in cinque anni ed era giunto il momento di fare una selezione e dare via ciò che non mi serviva più.
Seguendo uno dei principi del riordino di Marie Kondo, ho preso i libri fra le mani, uno ad uno, e ho deciso con onestà quali conservare e quali lasciar andare. Sono passata da duecento a venti. Uno di questi è Grammatica della fantasia. Introduzione all'arte di inventare storie di Gianni Rodari.
La voce di questo autore, nei racconti come nei suoi discorsi, mi suona sempre familiare e rassicurante. Portarla con me, mi ricorda che si può continuare a giocare anche da grandi, senza per questo negare le responsabilità dell'essere adulti. Mi ricorda anche che gioco e racconto sono legati.
In effetti anche questa newsletter nasce dal gioco di "inventare" un dizionario multilingue: Il dizionario di Mamma Babel. Alla base c'è l'idea di estendere il nostro repertorio di parole alle altre lingue e allargare così le combinazioni possibili di esperienze da raccontare e prospettive da condividere.
Il punto è che, per far scaturire le immagini, abbiamo bisogno di un luogo calmo e riparato in cui fabbricarle e, pertanto, dobbiamo preservare la nostra camera oscura interna.
Essere costantemente esposti a immagini, come avviene di questi tempi, rischia di non lasciare spazio per produrne di nuove. Si fa giusto in tempo a riprodurre quelle che abbiamo intorno. Ecco perché la fantasia è una dote da rivendicare, oggi più che mai.
Di sicuro lo hanno pensato anche presso la casa editrice newyorkese Enchanted Lyon Books, visto che a maggio 2025 uscirà una splendida edizione di The Grammar of Fantasy, con una traduzione rinnovata di Jack Zipes e le illustrazioni di Matthew Forshyte (ricordiamoci che il libro è del 1973!).
Si è fatto un gran parlare di questa prossima uscita in seguito a un articolo recente sul NY Times, scritto da Mac Barnett, celebre scrittore per l'infanzia tradotto anche in Italia. L'articolo è stato pubblicato in italiano qualche settimana fa da Internazionale con il titolo L'America alla scoperta di Gianni Rodari.
Mac Barnett ci presenta Rodari come una personalità importante nella storia della letteratura dell'infanzia, non soltanto per le storie che ha scritto, ma per la sua volontà di trasmettere a bambini (e adulti) la consapevolezza delle proprie capacità narrative e del loro valore.
Non è la stessa cosa scrivere storie e farti dire che sei bravo, rispetto a scrivere storie e mostrare come ci sei arrivato a costruirle. Scrivere storie non tanto per stupire, affascinare, "insegnare", ma storie per innescare il processo di creativo dei lettori.
Grammatica della fantasia è un saggio (come precisa Mac Barnett) e non nasce come libro illustrato. Infatti, neanche la prima traduzione in inglese del 1996 lo era.
L'idea di illustrare quest'opera viene dopo e non è un'esclusiva della casa editrice americana. Anche in Italia, Einaudi ha recentemente pubblicato un'edizione illustrata da Lucio Schiavon, in occasione dei 50 anni dalla prima edizione.
L'impatto dei disegni, però, non è lo stesso. Nell'edizione italiana, le illustrazioni sembrano studiate per accompagnare il testo. In quella americana, le immagini alludono alla fiaba e al fantastico, con colori vivaci, e destano meraviglia (anche se con discrezione). Questo mette in risalto come la ricezione di un autore straniero porti sempre a una rielaborazione, a nuove combinazioni appunto.
Se volete sapere di più sulla ricezione di Rodari negli Stati Uniti, vi consiglio un articolo di Anna Aresi del 2021, intitolato Rodari (arriva) in America. Anna aveva intervistato l'editrice di Enchanted Lion Books in occasione della traduzione di Favole al telefono, facendoci entrare "dietro le quinte" di una scelta editoriale coraggiosa, visto che fino a quel momento il pubblico americano non aveva mostrato molto interesse per Rodari. Inoltre, ci dà un anticipo dell'edizione illustrata, già in fase di progettazione quattro anni fa. Ve ne consiglio la lettura ;-)
Comunque, se Grammatica della fantasia continua a interpellarci a più di cinquant'anni dalla sua prima pubblicazione, (ri)comparendo trionfalmente dall'altra parte del mondo, un motivo ci sarà. Fantasy matters, insomma. Non a caso, nel corso della storia, uomini straordinari si sono dedicati ad approfondire questa dote umana altrettanto straordinaria. In epoca contemporanea, per esempio, Bruno Munari:
"Fantasia. Tutto ciò che prima non c'era, anche se irrealizzabile" (B. Munari, Fantasia, Editori Laterza 1977).
E che dire di Walt Disney, che nel 1940 ha sfidato l'irrealizzabile con il suo capolavoro Fantasia (e non Fantasy)? Un tripudio di musica e immagini ai confini dell'inimmaginabile.
Ecco che, soltanto viaggiando tra l'Italia e gli Stati Uniti, la questione della fantasia mostra sfaccettature diverse e mutevoli. Una fantasia da suggerire e una fantasia da realizzare, una che lascia spazio a chi la riceve e un'altra che lo riempie tutto. Una fantasia da difendere e un'altra che travolge.
E a proposito di Walt Disney, Rodari stesso si era espresso in un'intervista del 1965, con parole che potremmo definire premonitrici:
"Alla fine di uno spettacolo Disney, forse ai bambini non rimane molto" dice Rodari. "Non rimane uno strascico su cui possano ruminare, fantasticare, e magari riflettere. Questo mi sembra un limite su cui si potrebbe discutere".
Di sicuro non potremmo immaginare senza immagini da cui partire. Ma non abbandoniamo la forza del pensiero che scaturisce dalle parole. La discussione è ancora aperta ;-)
Mi hai aperto una voragine di riflessioni con il confronto tra la Grammatica di Rodari e Fantasia di Walt Disney (che tra l'altro è uno dei cartoni animati di cui ho più vivida memoria, perché ce lo fece vedere la maestra in prima elementare).
C'è da pensarci sempre alla fantasia, continuamente. Ci tornerò su di sicuro pure io. Intanto grazie per avere acceso questo pensiero, Federica ✨.
Bellissima puntata e grazie della menzione!