Che cosa fare in un sabato pomeriggio piovoso se non un atelier di calligrafia cinese? Osservo mio figlio D. e sorrido compiaciuta. Una pennellata a sinistra, un’altra a destra, ed ecco guizzare sul foglio il suo primo carattere: 人.
Si legge Rén e significa “persona“. Lui però preferisce chiamarlo “umano” e in effetti, pensandoci, si addice di più alla figura che ha appena realizzato. Persona è un concetto astratto. “Umano”, invece, fa pensare a un essere vivente.
Lo guardo meglio e sembra quasi che cammini questo esserino tutto gambe e senza testa, proprio lì sulla carta di bambù, mentre il pennello si allontana. Non è ancora come la Creazione di Adamo nella Cappella Sistina, ma ci siamo quasi. Bisognerà perfezionare la tecnica. Lo slancio è già lì.
Questa è una cosa che mi sorprende ogni volta. Ci sono bambini che possono tracciare qualsiasi segno su un foglio, e sembra che si muova. Le loro figure sono dinamiche per natura. Noi adulti, invece, ci dobbiamo lavorare per dare l’effetto di movimento a ciò che disegniamo (e anche a ciò che scriviamo).
Sabato scorso ho scoperto che la pratica della calligrafia cinese ci può insegnare molto in termini di movimento e fluidità, e non solo nel disegno. Per me è stata una sorpresa. Francamente, se non fosse stato per la mia amica Naichi, non mi sarebbe mai venuto in mente di passare un pomeriggio intorno a un tavolo quadrato con altre quindici persone (altri dieci “umani”) a spennellare sui giornali. Sciogliendo un panetto di inchiostro solido in un cucchiaio d’acqua e facendomi cazziare ogni cinque minuti da un’anziana signora orientale perché non tenevo bene il pennello.
Dopo una mezzora di pratica sul tavolo è scesa una quiete naturale, non ricercata. Si disegnava, si parlava, si rideva, ci si passava fogli e inchiostro. Tutti completamente a nostro agio, adulti, bambini e adolescenti. Qualcuno è arrivato pure in ritardo, ha scritto col pennello quello che voleva scrivere e poi se n’è rimasto a braccia conserte.
Chissà perché Rén, 人, l’umano, non ha testa. Forse perché nel movimento, quello naturale e armonioso, testa e corpo sono un’unica cosa? Non mi resta che imparare a scrivere i prossimi caratteri per scoprirlo.
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